LE IMPRONTE DEL DIAVOLO: IL MISTERO DEL MASSACRO DI HINTERKAIFECK
- Gianni Ianni Palarchio
- 11 mag 2018
- Tempo di lettura: 12 min
Aggiornamento: 14 mag 2018
Il mistero del massacro di Hinterkaifeck, una delle mattanze più brutali della storia

Nel piccolo villaggio di Kaifeck, situato tra le città tedesche Ingolstadt e Schrobenhausen, nei pressi di Grobern, la vita scorreva tranquilla tra l'attività agricola e l'allevamento di bestiame che assicuravano alla gente che vi abitava una vita dignitosa e salutare.
Ai margini del villaggio, in un'area piuttosto isolata, c'era una fattoria il cui nome non ufficiale era Hinterkaifeck, costruita sul fianco di una grande foresta che si estendeva a perdita d'occhio per tutta la proprietà; qui vi abitava la famiglia Gruber composta dal capofamiglia Andreas Gruber (63 anni), la moglie Cazilia (73 anni), la loro figlia vedova Viktoria Gabriel (35 anni) e i suoi due figli, Cazilia (7 anni) e Josef (2 anni) .
I Gruber erano una famiglia contadina come tante, che in paese tutti conoscevano ma che nessuno voleva frequentare con troppa assiduità viste le strane storie che circolavano sul loro conto. Si diceva che Andreas fosse un uomo violento nei confronti dell'anziana moglie e che abusava sessualmente della figlia Viktoria. Le malelingue volevano anche che il piccolo Josef fosse il frutto di un incesto.

La famiglia trascorse una vita tranquilla fino al 1921, quando nella fattoria cominciarono ad accadere cose inquietanti: si sentivano voci soffocate provenire dalla soffitta, apparizioni misteriose si palesavano nella casa e si udivano crepitii di passi nella neve fresca quando fuori non c'era nessuno. La loro cameriera, Kreszenz Rieger, annientata dal terrore dopo aver visto un fantasma in soffitta, sul finire del 1921 fece le valigie in fretta e furia e se ne andò senza preavviso affermando che la fattoria Hinterkaifeck era infestata da una presenza maligna. Nonostante lo spiacevole evento, l'inverno proseguì tranquillo. Almeno fino al marzo del 1922 quando rumori, apparizioni e passi si ripresentarono con strana virulenza.
Inoltre, con la ripresa degli strani fenomeni, a Kaifeck avvenne qualcosa di ancora più curioso: il pastore Hass trovò nel confessionale una busta, che conteneva la bellezza di 700 marchi d’oro. Ad accompagnare la cifra c’era un biglietto con un solo nome, che identificava il benefattore, o meglio, la benefattrice in Viktoria Gabriel. Il prete ovviamente era molto felice per il gesto caritatevole, ma una pulce nell'orecchio lo spinse a interrogarsi su cosa possa aver spinto quella donna a compiere un gesto così gentile. Dopo i fatti, qualcuno avanzerà l'ipotesi che potesse avere qualcosa a che fare con quello che accadrà da lì a pochi giorni.
La notte tra il 29 e il 30 marzo una tormenta di neve si abbatté sul villaggio e sulla fattoria. La mattina seguente, Andreas, decise di fare un giro nella proprietà per assicurarsi che la nevicata non avesse provocato danni. Sembrava tutto a posto, quando delle impronte sulla neve attirarono la sua attenzione; impronte fresche che provenivano dalla foresta e che facevano il giro di tutta la fattoria. Andreas le seguì per vedere dove conducevano, e con suo stupore si accorse che, ritornando verso il bosco e addentrandosi all'interno, le orme improvvisamente svanivano nel nulla, come se chi le aveva lasciate fosse stato calato dall'alto e in alto fosse ritornato. Sopraffatto dal dubbio e ben al di là della semplice preoccupazione, il proprietario della fattoria tornò indietro per controllare che non fosse stato rubato nulla e scoprì che la serratura del garage era stata forzata. Da quest'ingresso non si arrivava alle stalle o al granaio ma si accedeva abbastanza agevolmente alla casa. Altre tracce di uno strano visitatore notturno furono rilevate nei pressi della stanza del generatore, ma nulla era stato rubato. Andreas a quel punto decise di chiedere ad un suo vicino di fattoria, Kaspar Stegmair, se nella notte avesse visto o sentito qualcosa di strano, ma anche in questo caso il nulla assoluto.

La notte successiva Andreas, turbato dall'accaduto, non riuscì a prendere sonno, non riusciva a spiegarsi il perché di quelle impronte e soprattutto perché non fosse stato rubato niente. Mentre si rigirava nel letto sentì dei passi provenire dalla soffitta e, preoccupato, svegliò la moglie. Cazilia, non sentendo alcun rumore, lo rassicurò e cercò di convincerlo che si trattava di semplice suggestione per quello che era successo la notte prima. Ma lui non era convinto e sconvolto imbracciò il fucile alla ricerca di un estraneo che apparentemente si aggirava per la casa. Perquisì la fattoria da cima a fondo, restò sveglio tutta la notte ma alla fine non gli restò che arrendersi all'evidenza, in tutta la fattoria e nelle immediate vicinanze non c'era nessuno che non fosse un membro della sua famiglia.
La mattina del 31 Andreas fece un nuovo sopralluogo e, interdetto, si accorse che dinnanzi la porta di ingresso , semisepolto dalla neve, c'era un quotidiano che né lui né qualcuno della sua famiglia aveva ordinato. L’uomo, allora, si recò dal postino, Josef Mayer, per interrogarlo su quella consegna non richiesta ma questo, sorpreso, gli rispose che non aveva recapitato nessun giornale presso la fattoria.
Qualcosa non tornava. Nella fattoria Hinterkaifeck c’era qualcosa di davvero inquietante. L’uomo era convinto che qualcuno si fosse intrufolato segretamente nella fattoria e che vivesse lì. Forse in soffitta, o magari nel bosco. E ne fu ancora più convinto quando vide che le chiavi dello scrittoio, in cui teneva cose di valore, non c’erano più. Chiavi che non verranno mai più ritrovate.
Quel pomeriggio si presenta alla fattoria Hinterkaifeck la nuova cameriera, Maria Baumgartner (44 anni), pronta a smorzare quell'aria di tensione che si respirava da tempo.
Il 1° di aprile la maestra di Cazilia notò che la piccola era assente. Era già successo altre volte che la bambina non fosse presente in classe, pertanto non diede molto peso alla faccenda. Quella stessa sera, invece, il falegname Michael Plockl passò lungo la strada nei pressi della fattoria e qualcuno, da questa, gli puntò una torcia elettrica in pieno volto, accecandolo per qualche secondo. Michael restò incuriosito dall'accaduto e ripresa la funzionalità degli occhi, diede un’occhiata veloce alla proprietà per verificare che fosse tutto a posto: il fumo che sbuffava dal comignolo e un'atmosfera tranquilla fece pensare al falegname che ad accecarlo con la torcia fosse stato Andreas, magari nel tentativo di capire chi stesse passando davanti la proprietà. Michael, pur non avendo visto fisicamente nessuno e convintosi di stare osservando un ambiente gioviale di una tranquilla serata in famiglia, così come era arrivato, si allontanò senza altre domande.
Il giorno dopo, domenica 2 aprile, le donne della famiglia Gruber non andarono in Chiesa come erano soliti fare e questo non passò inosservato.
Il 3 aprile, invece, il postino Josef consegnò regolarmente la posta presso la fattoria Hinterkaifeck ma alcuni particolari lo misero in allerta tanto da fargli fare la seguente dichiarazione quando cominciarono le indagini: "Ho lasciato la posta sul davanzale della finestra, come faccio sempre. Guardando dentro, ho notato che il passeggino non era in cucina, dove lo vedevo di solito e che la porta era socchiusa".

Il 4 aprile, alle 9:00 del mattino, il meccanico Albert Hofner, giunse a Hinterkaifeck per riparare la guarnizione della testata del trattore dei Gruber ma non trovò nessuno ad accoglierlo. Il cancello principale era chiuso, così fece il giro sul retro per vedere se almeno l’altro fosse aperto, ma con stupore si rese conto che anche quello era chiuso.
La fattoria era vuota e ad Albert questo sembrò piuttosto strano perché almeno l'anziana signora Gruber doveva essere in casa. Si affacciò ad una finestra per controllare dentro la fattoria, ma tutto era immobile. Solo dopo qualche minuto il meccanico sentì il cane dei Gruber, Spitz, abbaiare dall'interno dell’abitazione e le mucche muggire dalla stalla. Albert a quel punto decise di aspettare con pazienza sotto un melo, fischiando di tanto in tanto per farsi udire da qualcuno.
Passata un'ora, stufo di aspettare, il meccanico si diresse verso l’edificio a nord della proprietà e lì si apprestò ugualmente a riparare il motore come aveva concordato precedentemente con Andreas. Il lavoro lo tenne impegnato per quattro ore circa e ogni tanto riprendeva a fischiare e a cantare per cercare di farsi sentire. Alla fine accese il motore dando gas al massimo, ma anche il rumore assordante del trattore non fece fare capolino a nessun membro della famiglia. Terminato il lavoro e rimessi a posto gli attrezzi, si diresse nuovamente presso la casa per comunicare il buon esito della riparazione. Fu allora che Albert si rese conto che la porta del fienile, prima chiusa, ora era completamente spalancata e che Spitz, il cane, che prima abbaiava da dentro la fattoria, ora era legato all'esterno. Non solo. Il cane aveva una grossa ferita ad un occhio e sembrava più aggressivo del solito. Qualcuno, mentre riparava il trattore, si era mosso tranquillamente per la fattoria. Possibile che non l'avessero sentito? Ormai era pomeriggio inoltrato e Albert, tra lo spaventato e il preoccupato, se ne andò senza attendere oltre.
Per strada incontrò Victoria e Maria, le figlie di Lorenz Schlittenbauer, padre di Josef, avuto da una relazione con Viktoria, e le informò che il motore era stato riparato ma che nella fattoria non sembrava esserci anima viva. Lorenz venne a conoscenza del fatto e preoccupato mandò i suoi figli Johann e Josef Dick (compagno di scuola di Cazilia) sulla strada di Hinterkaifeck, per intercettare chiunque dal villaggio faccesse rientro alla fattoria. Ma passò il tempo e sulla strada non si vide nessuno. Lorenz si convinse che poteva essere accaduto qualcosa di terribile alla famiglia Gruber ed insieme ai figli e ai vicini (Michael Poll e Jakob Sigl) decise di recarsi alla fattoria. Mentre i ragazzi aspettavano nel cortile, i tre uomini entrarono dall'ex sala generatori all'interno della stalla.

Qui trovarono quattro cadaveri. I corpi erano buttati alla rinfusa uno sull'altro, in mezzo alla paglia. Poco distante, il cane abbaiava ferocemente e sporco di sangue giaceva a terra anche un piccone. Lorenz riuscì ad entrare in casa e ad aprire la porta dall'interno. Nella stanza della servitù giaceva il corpo, senza vita, della cameriera che solo pochi giorni prima aveva preso servizio e nella camera da letto anche il piccolo Josef ormai era senza vita. Michael e Jakob si allontanarono per avvertire la polizia portandosi dietro i figli di Lorenz che restò da solo alla fattoria circondato solo dal fetore dei corpi in decomposizione.
Alle 18:00 il sindaco Greger, insieme ad un poliziotto, giunse sul luogo della strage e in serata, dopo alcuni sopralluoghi effettuati dalla polizia locale, arrivarono sul posto sei ufficiali inviati da Monaco per indagare sul caso. Tutte le vittime erano state uccise con un piccone, di proprietà del Gruber.
Si trattò di una delle mattanze più brutali della storia.

Dopo gli interrogatori e l’ autopsia, sabato 8 aprile, i corpi verranno finalmente sepolti a Waidhofen.
Un articolo del settimanale Schrobenhausener, datato 11 aprile 1922, riportò la mesta cerimonia: "Dopo che la corte ha approvato l’autopsia sui sei corpi, si è svolto sabato il funerale delle sei vittime. Numerosa e addolorata era la folla accorsa, che ha voluto dare alle vittime il suo ultimo saluto. Da vicino e da lontano sono giunte circa 3.000 . Si è trattato di uno spettacolo terribile, con le sei bare accompagnate da tutti i ragazzi della scuola. Il Reverendo P. Haas, dopo la benedizione delle salme fatte all'ingresso sud del cimitero, ha fatto seppellire le sfortunate vittime dell’omicidio in una fossa comune, i quattro adulti a destra e i due bambini a sinistra. Haas ha citato il racconto biblico di Caino e Abele, definendo l’omicidio un atto terribile agli occhi di Dio, e chiedendosi come un uomo che abbia soltanto una scintilla di fede in Dio nel cuore, possa consentire che avvenga un così orribile delitto, reso ancora più terribile dall'omicidio di bambini innocenti. Subito dopo il funerale si è pregato a lungo in chiesa per le persone che sono state assassinate, e la chiesa ha dimostrato di essere un luogo troppo piccolo per contenere tutte le persone venute a rendere omaggio alle vittime di marzo".
La fattoria Hinterkaifeck venne demolita per ordine del tribunale nel 1923 e al suo posto venne eretta una lapide a commemorare l’accaduto. Ma cosa successe realmente nella fattoria di Hinterkaifeck? Il 30 marzo le vittime vennero attirate nella stalla ed uccise una dopo l’altra. La prima è la signora Cazilia, seguita dal marito Andreas, poi la figlia Viktoria ed infine la nipotina Cazilia. I loro corpi vennero trovati accatastati uno sull'altro. In una mano della bambina vennero trovate ciocche dei suoi stessi capelli come se se li fosse strappati da sola. Dopo le prime quattro vittime, l’omicida si spostò dentro casa per uccidere la cameriera ed il piccolo Josef. Infine, l’assassino, apparentemente, rimase per altri due giorni nella fattoria dormendo tranquillamente nel letto della coppia e mangiando al loro tavolo, accendendo il camino per riscaldarsi (ricordiamo che il falegname Michael Plockl vide il camino che sbuffava il giorno successivo alla mattanza) e sfamando e mungendo le mucche.

Ma non c’è mai fine all'orrore. Quando il meccanico Albert Hofner giunse a Hinterkaifeck per riparare il trattore, trovò inizialmente il cane chiuso in casa e poi, finito il lavoro, legato fuori. Questo vuol dire che l’omicida si trovava ancora in casa. Quando infine vennero ritrovati i corpi, il cane era legato nella stalla, segno inequivocabile che l’assassino era ancora in giro per la fattoria fino a qualche ora prima della macabra scoperta.
Ma chi può essere stato?
La polizia di Monaco ha alcune teorie su chi possa essere il killer e cominciò ad indagare ed interrogare i sospettati. Il più importante fu Lorenz Schlittenbaueur che per anni ha avuto una relazione con Viktoria Gabriel, avendo da lei anche un figlio, il povero Josef. Non si trattò però di una semplice scappatella, Lorenz voleva davvero sposare Viktoria ma Andreas si era sempre opposto ferocemente all'unione. Potrebbe quindi trattarsi di un massacro dettato dall'odio tra i due uomini, ma gli investigatori, nonostante Lorenz si contraddica in molti punti durante gli interrogatori, non trovano prove sostenibili a suo carico.
Un altro sospettato fu Karl Gabriel, marito di Viktoria, ritenuto ucciso durante la prima guerra mondiale ma il cui corpo non fu mai ritrovato. Si è supposto che, ritornato a Hinterkaifeck e saputo del piccolo Josef avuto da un'altra relazione, avrebbe deciso di sterminare l’intera famiglia in un raptus di follia perché sentitosi tradito dalla moglie che amava. Ma anche in questo caso non si trovarono prove che Karl fosse sopravvissuto alla grande guerra.
Altro possibile killer avrebbe potuto essere il soldato Fritz Negendank, della Legione Straniera, amico di Karl Gabriel, che sembrava conoscere molto bene Hinterkaifeck, nonostante non era di quelle parti. Il problema era che a Fritz mancava un movente per sterminare una famiglia che non conosceva affatto, e così venne scagionato.
Un possibile assassino fu identificato in Josef Bartl, un uomo malato di mente che nel 1919 rapinò la famiglia Adler a Ebenhausen, un paese non molto distante da Grobern, e fu arrestato e rinchiuso in un manicomio. Qualche tempo dopo scappò dall'ospedale psichiatrico che distava circa 70 chilometri dalla fattoria Hinterkaifeck. Gli investigatori hanno ritenuto possibile che Josef Bartl avesse tentato una nuova rapina alla famiglia Gruber, sfociata nel sangue. Secondo il Pubblico Ministero solamente un uomo pazzo come Bartl avrebbe potuto pensare di vivere nella casa delle vittime tranquillamente dopo la mattanza. Sembrava l’indagato perfetto ma anche per Bartl gli indizi erano scarsi e la pista si arenò in un nulla di fatto.
La pista della rapina, però, non risultò poi così peregrina. La fattoria era in una posizione strategica, abbandonata a se stessa e fiancheggiata da strade poco trafficate. Un luogo adatto ad una rapina. Inoltre era abbastanza ricca, con molto terreno e buone rendite, e dalle indagine emerse che, dopo la strage, in casa non si trovarono che pochissime banconote: forse la maggior parte era stata sottratta proprio dal malvivente? Inoltre, la notte prima di morire, Andreas nel suo giro di perlustrazione aveva trovato una serratura manomessa, segno che forse qualcuno aveva tentato di penetrare nella fattoria per rubare. Oppure in casa non furono trovati soldi perché l'anziana moglie di Andreas, sospettando qualcosa di tragico o magari ricattata, decise che era meglio donarli al parroco piuttosto che vederli nelle mani di un maniaco, chiunque esso fosse? Cazilia se n'era voluta sbarazzare in fretta e furia? e da dove vengono quei soldi? Cosa ha portato quell'improvvisa fortuna ai Gruber? Il problema, però, era che i Gruber in casa avevano anche monete, titoli di guerra, materiali da costruzione e per l'agricoltura. Perché il rapinatore non si è impossessato anche di questi oggetti di valore pur avendo il tempo di portar via tutto?
Finalmente si arrivò a incriminare qualcuno: si trattava di due fabbricanti di ceste in vimini, Paul e Ludwing Blunder, che più di qualcuno aveva visto aggirarsi furtivi nei pressi della fattoria nei giorni successivi alla strage. Proprio il giorno in cui il massacro venne scoperto, ci fu una rapina a Pobenhausen, poco distante dalla fattoria, e Ludwing venne accusato. Si pensa quindi che i due fratelli possano aver ucciso i Gruber ed essere scappati a Pobenhausen. Non ci sono però prove a loro carico.

Gli indizi forniti da Andreas Gruber prima di morire furono una base di partenza per la polizia, che venne forse fuorviata nelle sue indagini proprio dalla stranezza degli elementi in suo possesso. Quelle impronte senza ritorno, quelle tracce che si interrompevano nella neve, furono definite “le impronte del diavolo”, sinistro presagio dei fatti che sarebbero seguiti. Anche nella polizia, l’ipotesi paranormale prese sempre più piede, ma è facile intuire che, con il paranormale, le 6 persone uccise a picconate centrassero ben poco.
Nel 2007 gli studenti della Polizeifachhochschule (Accademia di polizia) di Fürstenfeldbruck ebbero il compito di indagare sul caso, con moderne tecniche di indagine penale. Arrivarono alla conclusione che non è possibile risolvere il crimine a causa del tempo che è trascorso dai fatti, sia per la mancanza di prove sia per le indagini effettuate all’epoca, condotte con metodi primitivi. Tuttavia, gli studenti furono in grado di identificare una persona come principale sospettato, ma non pubblicarono il nome per rispetto dei parenti ancora in vita.
Ultima teoria è quella che vede protagonista un poltergeist violento che stermina l’intera famiglia a colpi di piccone. Siete liberi di crederci oppure no, certo è che gli atteggiamenti troppo umani dell’assassino (dormire nel loro letto, mangiare al loro tavolo, accendere il camino e mungere le mucche) sembrano scartare questa ipotesi.
Hinterkaifeck è uno dei più grandi misteri della storia. Una cosa certa sono i sei cadaveri. Sei innocenti gettati in una fossa comune e dimenticati da tutti.
Questa è l’unica verità.
Fonti: https://labottegadelmistero.altervista.org/il-mistero-del-massacro-di-hinterkaifeck-omicidi/
https://www.vanillamagazine.it/le-impronte-del-diavolo-il-mistero-del-massacro-della-fattoria-hinterkaifeck/
http://www.ilparanormale.com/serial-killer-e-delitti/il-mistero-del-massacro-di-hinterkafeck/
https://www.pensierospensierato.net/2015/12/hinterkaifeck-massacro-irrisolto/
https://www.pescini.com/cms/40-misteri-e-fatti-inspiegabili.html
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